venerdì 19 marzo 2010

Fuga di cuori

Una persona che conosco vive nel Regno Unito da molti anni e fa l'insegnante.
Parlando del più e del meno è capitato spesso che manifestasse ammirazione per il nostro beneamato presidente del consiglio. Insomma, è una di quelle persone che appoggiano Berlusconi e lo votano (o voterebbero, se fossero in condizioni di farlo: non le ho mai chiesto se abbia ancora la cittadinanza italiana e se partecipi al voto).

Intenzionalmente evito di infognarmi in diatribe sul suddetto soggetto, visto che non frequento questa persona da molti anni e che i nostri sporadici contatti non lasciano spazio per questo tipo di querelles. Meglio conservare il rapporto, per quanto episodico e superficiale possa essere, che non mettersi a litigare scioccamente sulle proprie opposte idee politiche.

Però ultimamente la BBC ha mandato in onda uno speciale su B. Un suo amico inglese, dopo averlo visto, le ha scritto queste parole (da me pedestramente tradotte) e lei le ha girate ad un gruppetto di amici di cui faccio parte:

"Sono contento che ti sia divertita a Cuba e sono sicuro che sia il Che che Fidel sarebbero veramente fieri dei successi di Berlusconi.
Nessun italiano pagherebbe una tassa che può evitare o rinuncerebbe alla possibilità di andare a letto con belle signore con molte tette e niente cervello, quindi posso perdonargli questi difetti. D'altra parte quello che ammiro di più è la sua capacità di fare una legge, dopo aver fatto qualcosa di illegale, che lo rende legale. Fantastico.
Hanno mostrato il suo svenimento mentre teneva un comizio? Era una misera prova di recitazione, ma gli ha comunque permesso di uscire dall'ennesimo carico di accuse di corruzione.
E' un grande!"

Sono girati ovvi commenti di consenso da parte di noi bolscevichi irriducibili cisalpini. Uno di questi le chiedeva in particolare come facesse LEI, nota simpatizzante del leader del partito dell'amore, a non pensare le stesse cose.
Questa signora (alla nostra età ci possiamo permettere certi epiteti) ha dato una risposta che mi ha sinceramente commosso e che voglio condividere con voi. Dopotutto nessuno di noi è un algido cristallo di rocca, scevro da difetti o dubbi o compromessi. Ciascuno di noi, credo, ha dei momenti in cui si chiede se le proprie convinzioni siano saldamente fondate o comunque ha anche solo degli attimi di sbandamento rispetto alle proprie posizioni abituali, che magari durano un attimo, ma testimoniano di quanto siamo umani, nel bene e nel male.
Ecco la sua risposta:

"Mah, non ti do torto... specialmente ora che, tornata da Cuba, mi becchi in un momento di debolezza politica...
Il fatto forse è che, proprio perché sono lontana dall'Italia da più di 10 anni, non ho un'idea precisa di cosa possa voler dire vivere con Berlusconi come premier e alla fine mi interessa di più quello che succede qui perché si relaziona con tutto quello che ho e sono (ormai in Italia c'e' solo la mamma e la sua casa, il mio resto e' qui).
Vengo spesso in Italia ma sempre in vacanza e vado al mare o a far girate. Mi faccio una scorpacciata di pizza e pasta, mi godo il sole e riparto.

E come si fa però a tornare per sempre?
Quando qui 10 anni fa mi hanno pagato un Master in Educazione (a me!) e stipendiato mentre lo facevo. Dove 6 anni fa mi hanno dato a perdere 50000 sterline (a me!) per comprarmi la casa che volevo solo perché sono un'insegnante di scuola statale. Soldi su cui non pago nulla e che non dovrò mai rendere se non quando deciderò di cambiare lavoro e in quel caso avrò due anni per ripensarci.

Come si fa a tornare? Quando qui per aprire un conto in banca vai lì e non ti chiedono ne' carta d'identità (che non esiste) ne' residenza (che non esiste perché la residenza è dove dormi in quel periodo). E quando vai a pagare la Council tax mensile se gli dici "questo mese non ho soldi", loro rispondono: "Non si preoccupi, non la paghi. Le va bene se gliela scorporo nei restanti mesi?"

Come faccio? Quando lo scorso mese mi lamentai col preside perché cominciavo a trovare il mio lavoro noioso, lui tranquillo mi risponde che tutti hanno diritto a ricrearsi all'interno della struttura e sentirsi valorizzati. Con l'effetto che mi propone seduta stante la leadership di un progetto di links tra scuole in tutto il mondo per la quale parto a maggio per Trinidad e Tobago e a giugno per Madrid pagata per visitare delle scuole. Come si fa?

Guarda che non è facile vivere da emigrante, andar via per realizzarti è duro. l'Italia manca. Ma manca un'Italia che si avvicina sempre di più a cose tipo la canzone di Toto Cutugno o Mino Reitano. Che tristezza. Da qui i miei errori, forse, se tali."

Leggendo queste parole, per un attimo ho avuto un flash: un trip mentale in cui vivevo in un'Italia dove in parlamento non ci sono politici corrotti e inciuciatori, dove gli appalti costano il giusto, dove i soldi dei cittadini vengono spesi in maniera sufficientemente oculata, dove la qualità della vita finalmente può riprendere il volo, liberata dalle decine di migliaia di parassiti che in questo momento tengono il paese sotto il tallone, succhiandone le energie vitali, mettendo le mani su tutto ciò che può avere valore per spartirselo, mangiarselo, condividerlo coi loro sodali (e non c'è destra o sinistra che tenga, quando ci si riferisce a questi figuri!)

Un'Italia come dovrebbe essere sulla carta e non è nella realtà.
Un'Italia da cui non c'è bisogno di fuggire, come purtroppo stanno facendo proprio in questi giorni molti miei amici di poco più giovani di me.
Si parla ogni tanto di "fuga di cervelli". Qui è in atto una fuga di cuori, una fuga di anime. Un giovane che voglia farsi una famiglia, metter su casa, trovarsi un lavoro, onestamente, senza chiedere lettere di raccomandazione o pagare mazzette a nessuno, è costretto a prendere seriamente in considerazione questa opportunità, che forse oggi non è neanche più così facile come dieci anni fa.

Voglio un'Italia in mano agli italiani, alla gente normale, che ha tutto il diritto di vivere senza essere scippata quotidianamente delle proprie speranze, dei propri diritti, della propria voglia di vivere.

lunedì 8 marzo 2010

Come si fa a votare PDL dopo il pasticciaccio delle liste regionali?

Quando ero bambino ero ingenuo, come tutti i bambini. Anzi, no, ero anche più ingenuo della media.
I miei amichetti giocavano a calcio ed erano tifosi. Io non giocavo a calcio perché non mi riusciva. Avevo i cosiddetti "piedi a banana": colpivo la palla per mandarla a destra ed andava a sinistra. Il risultato era ovvio: quando si facevano le squadre per giocare in cortile, io ero sempre l'ultima scelta e puntualmente venivo messo in porta per limitare i danni.
Per questi motivi il calcio non mi piaceva, né da giocatore né da spettatore. Non avevo una squadra preferita e non seguivo i risultati delle partite, ma questo mi rendeva "diverso" rispetto ai miei compagni di scuola e di giochi: quando mi chiedevano "tu per chi tifi?" io rispondevo che non mi interessava e loro mi coprivano di insulti.

Fu così - e qui rientriamo in tema col post odierno - che decisi di aver bisogno di una "squadra del cuore" per cui tifare, come tutti gli altri bambini.
Scelsi la Juventus. La scelsi per due motivi: il primo è che mi piaceva la maglia a strisce bianche e nere (con i colori ho sempre avuto poca dimestichezza, sono più il tipo da disegno al tratto) ed il secondo è che la Juve vinceva! Facile, no? Dovendo tifare per qualcuno, tanto vale farlo per un vincente. O per lo meno così la pensavo allora.
Ero veramente ingenuo! Così ingenuo da non rendermi conto di aver scelto come "squadra del cuore" quella più odiata dai miei amichetti, tutti rigorosamente "viola DOCG". Quando qualcuno di loro mi chiese nuovamente per chi tifassi, io risposi fiero come un'oca: "la Juve!". Quella volta anziché insulti arrivarono direttamente schiaffoni! Anzi, per usare un termine tecnico, "zuppe".

Ma lasciamo i miei amarcord (vi racconterò un'altra volta di come andò a finire l'epopea della mia scelta della "squadra del cuore") e restiamo in tema: è facile, comodo ed anche molto ingenuo fare il tifo per il più forte solo perché è il più forte.
Io sono convinto che molte persone che votano Berlusconi e la sua creatura politica, prima Forza Italia e ora il PDL, lo facciano perché vedono in lui un vincente, un "ganzo", uno che riesce sempre a fare quello che vuole. Si immedesimano in lui e sognano di trombare le donne che tromba lui, di farsi le vacanze in Sardegna che si fa lui, di avere uno stuolo di leccapiedi come ce l'ha lui, di avere i suoi soldi, il suo successo, le sue ville, le sue aziende... e lo votano, lui ed i suoi scherani, o meglio le sue liste, che tanto portano sempre e solo il suo nome come simbolo (vedi ad esempio la lista per il Lazio che recita "Berlusconi per Polverini").

Berlusconi come vincente, ed in effetti non si può negare che lo sia.
Peccato che lui pensi sempre a vincere per se stesso e non certo per gli ingenui che lo votano: le ville, le aziende, le donne, sono le SUE e non le divide di sicuro col popolino che fa la ola quando passa lui.

Adesso è scoppiato il bubbone delle liste per le regionali in Lazio e Lombardia: firme tarocche, autenticazioni mancanti o difformi, scadenze non rispettate, panini, telefonate... e la ciliegina sulla torta: il decreto "interpretativo".
Da cittadino onesto, rispettoso delle leggi (anche quando penso che non siano proprio giustissime), progressista, democratico, mi sono sentito molto offeso da quello che è successo. Penso anch'io che la democrazia sia stata stuprata una volta di più da questo ignobile cavillo.
D'altra parte capisco anche il sentimento di frustrazione degli elettori del centro destra all'idea di non avere le loro liste alle prossime elezioni. Anzi, altro che frustrazione, dovrebbero essere furibondi!

Ma con chi?

Dovrebbero prendersela con quei cialtroni dei loro rappresentanti che non sono stati capaci di fare la cosa più ovvia, scontata, prevedibile ed organizzabile del mondo: raccogliere le firme per le liste, farle autenticare per bene, presentarle agli uffici competenti entro i termini previsti.
E' l'ABC della democrazia! Dei politici di professione dovrebbero fare queste cose ad occhi chiusi, in scioltezza. Invece, in scioltezza fanno tutt'altro: mangiano panini, fanno telefonate, sistemano appalti, prenotano massaggi... e si scordano di fare le cose più elementari. Evidentemente questi signori hanno altre priorità e le regole del gioco, per loro, sono solo un'inutile perdita di tempo.

Se io fossi un elettore del PDL sarei furente contro i leader del mio partito per aver permesso a dei cialtroni di occuparsi di cose serie ed aver compromesso la partecipazione alle elezioni. Se io fossi un elettore del PDL vorrei veder cadere delle teste (metaforicamente parlando, s'intende!) per questa figuraccia!

E' un pensiero che ho avuto molte volte nei giorni scorsi.
Ma poi mi sono detto: io non sono un elettore del PDL. Non penso come un elettore del PDL. I miei sentimenti di onestà, rispetto, democrazia mi impediscono di votare PDL, quindi fra me e gli elettori del PDL ci deve, necessariamente, essere una grossa differenza.
E mi sono chiesto quale sia, questa differenza...

Ed ho ripensato a quando tifavo Juve.

L'elettore medio del PDL, quello che non è socio di Confindustria, che non partecipa agli appalti per le grandi opere, che non riscuote il pizzo, che non commercia voti di scambio... insomma, quella fetta di normale società civile che vota Berlusconi (esiste, sono convinto che esista), in che modo può valutare tutto questo pasticcio?
In un modo semplicissimo e che va molto a favore di Berlusconi: quando qualcosa ostacola il vincente, questo semplicemente aggiusta le cose, rimuove l'ostacolo e rimane un vincente! Un vincente è tale perché continua a vincere, sempre, anche quando le cose potrebbero mettersi male.

Ed è esattamente quello che fa Berlusconi. Vince. Rimuove gli ostacoli.
Rischio di galera? Si scende in politica e si risolve tutto.
Difficoltà a pilotare gli appalti? Si agisce in deroga ed in emergenza.
La magistratura non si rassegna? Qualche leggina ad hoc e la si rende cieca, sorda e con le mani legate.
Oppositori scomodi? Ci pensano i servizi segreti delle testate scandalistiche.
Programmi televisivi imbarazzanti? Editto bulgaro e successive repliche.
E se qualche passacarte del suo partito fa qualche pasticcio con le liste elettorali, lui fa un bel decreto per risolverlo e continua a vincere.

Quindi, tutti coloro che votano Berlusconi (e di conseguenza il PDL) perché è un vincente, continueranno a farlo, perché ha dimostrato ancora una volta di esserlo. Uno che alla fine la spunta sempre.

Ora sta agli altri, a tutti quelli che non votano Berlusconi o che si sono resi conto che non hanno più interesse a farlo, di darsi un po' da fare e risolvere questo grave problema che sta compromettendo irrimediabilmente la democrazia nel nostro paese. Tutti quelli che puntano su regole uguali per tutti, onestà, integrità (da destra e da sinistra: questi non sono valori di un solo schieramento!) è bene che si spremano le meningi ed inventino un modo onesto, legale, etico, per dare un sonoro benservito a quel signore (e cialtroni annessi).

E bisogna far presto!
Prima che anche l'articolo 1 della costituzione (quello che recita "L'Italia è una REPUBBLICA DEMOCRATICA, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene AL POPOLO, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.") venga interpretato in altro modo dal Governo.


Per concludere un breve messaggio al nostro Ministro dell'Interno, Roberto Maroni (e sottolineo Ministro! Dell'Interno!!! Cioè, mica uno che passava di lì per caso...).
Cito dalla stampa le sue parole: "Le norme vigenti non sono modificate ma si è data una interpretazione autentica, affinché il Tar possa applicare la legge in modo corretto secondo l'interpretazione che il legislatore, in questo caso il governo, dà alla legge."

Signor Maroni, alle elementari ad Educazione Civica mi hanno insegnato che il governo detiene il potere esecutivo, mentre al parlamento spetta il potere legislativo. Allora, premesso questo, chi dei due rientra nella definizione "il legislatore": il governo o il parlamento? Prenda tempo, non abbia fretta, ci rifletta bene...

Ora aspettiamo sessanta giorni e vediamo se "il legislatore" concorda con il governo (Ops! Ho dato la risposta!!!). Fra l'altro sessanta giorni finiscono DOPO le elezioni. Se il parlamento non convertisse in legge il dl interpretativo, cosa succederebbe? Elezioni invalidate? Bisogna rifare tutto da capo?