mercoledì 17 giugno 2009

Il nuovo fumetto di Bonelli parla del terremoto de L'Aquila!

Non è vero. Non ne parla affatto. Eppure...


Partiamo dalla premessa che i fumetti Bonelli prima di arrivare in edicola hanno dei tempi di gestazione da due a quattro anni almeno. Quindi è fuor di dubbio che Caravan, la nuova miniserie di 12 numeri pubblicata da Sergio Bonelli Editore, di cui il primo numero è uscito pochi giorni fa, sia stata pensata, scritta e disegnata molto prima che si verificasse il terremoto del 6 aprile scorso nei dintorni del capoluogo abruzzese.
Eppure le somiglianze ci sono, sono tante ed inquietanti. Forse le noto solo io perché sono stato toccato da vicino dal terremoto (amici e parenti) e quindi ho il nervo un po' scoperto... ma leggete il seguito e giudicate voi stessi.

La serie parla di un evento misterioso ed imprevisto che costringe tutta la popolazione di una piccola cittadina a lasciare in fretta e furia le proprie case, senza avere il tempo di prendere con sé più che poche cose indispensabili. Un esodo forzato, controllato dal rigido braccio armato dell'esercito, che costringe nell'immediato i cittadini a vivere all'interno delle loro macchine, in attesa di una sistemazione alternativa sconosciuta e pilotata dall'alto.
Le vicende personali vengono travolte dall'imprevisto e tutta la vita della cittadinanza si trasforma, portando così alla luce lati nascosti del carattere dei personaggi, esposti in modo drammatico ad un destino incerto ed estremamente precario.
Il secondo numero della serie, in edicola dal 9 luglio, parlerà di qualcuno che, insofferente verso il ferreo ordine amministrato dai militari, cercherà di sottrarsi al loro controllo. Possiamo immaginarci gli sviluppi drammatici della vicenda.
Il terzo numero della serie, in edicola dall'11 agosto, parlerà del sindaco della cittadina che decide di capeggiare la rivolta dei cittadini esasperati contro la gestione militare dell'emergenza.

Si tratta di una storia, una narrazione di intrattenimento, l'analogo di un film di azione o di una fiction TV, ma provate ad immaginare come sarebbe il terremoto de L'Aquila se venisse romanzato un po' per farne una trasposizione televisiva. La descrizione sommaria che ho dato sopra dei primi tre episodi potrebbe calzare a pennello, con la sola correzione di sostituire all'esercito l'accoppiata Protezione Civile/Forze dell'Ordine.

Poi, entrando nei dettagli, le differenze ci sono eccome: non c'è terremoto ma un misterioso fenomeno meteorologico che interrompe tutte le linee di comunicazione, non ci sono tendopoli ma una colonna di sfollati in movimento di cui non si sa la destinazione, è ambientato negli Stati Uniti... ma, si sa, la fantascienza utilizzando la metafora ci parla di noi stessi e di casa nostra mentre ci racconta di alieni e viaggi spaziali... o di americani e viaggi misteriosi.

Fra tutti i paragoni che mi sono venuti in mente (e sono tanti!) mi ha fatto sorridere soprattutto l'immagine del sindaco Cialente (o forse calzerebbe meglio la presidentessa della Provincia, Pezzopane?) che affronta di petto il "generale" Bertolaso in tuta mimetica, per rivendicare il diritto dei cittadini abruzzesi ad essere aiutati onestamente e concretamente dallo Stato. Proprio ieri c'è stata a Roma una manifestazione di terremotati abruzzesi a cui hanno partecipato anche i due politici di cui sopra, mentre alla Camera si discuteva il "decreto Abruzzo", quello che è stato soprannominato il "decreto Abracadabra" perché materializza dal nulla soldi finti, spalmandoli su trent'anni e pretendendo di ricavarli dai gratta&vinci.
Pare che di tutte le promesse di Berlusconi sull'estensione e l'ampliamento delle tutele contenute nel decreto non sia rimasto niente più che aria fritta. Ma non ne siamo poi così sorpresi.


Chissà come proseguiranno le avventure dei nostri eroi?

La fantasia
http://www.sergiobonellieditore.it/auto/cpers_index?pers=caravan

La realtà
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2009/06/decreto-abruzzo-aula-camera.shtml

venerdì 12 giugno 2009

Per essere Franchi...

Un "franco tiratore" è uno che vota di nascosto non seguendo le indicazioni di partito.
http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_tiratore

Ieri, alla Camera, di franchi tiratori in aula mentre si votava il ddl sulle intercettazioni non ce n'erano.

Facciamo un passo indietro e vediamo di capire cosa è successo: si deve votare alla Camera il disegno di legge sulle intercettazioni. Il governo, che evidentemente vuole fare pressione sul parlamento, mette la fiducia: o lo si approva, o casca il governo. E' chiaro che in questo contesto la maggioranza vota compatta a favore.

Il PD ha chiesto di effettuare il voto a scrutinio segreto. Gli è stato concesso.

A che serve il voto segreto in un frangente come questo? Chi sta nella maggioranza potrebbe votare contro il ddl, e così facendo potrebbe non solo bocciare la legge ma anche far cadere il governo di cui fa parte. Sarebbe, appunto, un "franco tiratore". E' chiaro che questa cosa può interessare solo qualcuno che è deliberatamente intenzionato a far cadere il governo. Ma chi potrebbe esserlo? I pentiti di AN? La Lega? Qualche cane sciolto? Mi sembra del tutto improbabile che qualche esponente della maggioranza, nel contesto sociale e politico di questi giorni, possa avere interesse a fare una cosa del genere.

Ma allora perché il voto segreto?

L'altra possibilità è che a voler nascondere il voto siano quelli dell'opposizione che non vogliono votare contro!
Con lo scrutinio palese, se uno vota a favore lo si vede, glielo si può rinfacciare. Invece, con lo scrutinio segreto, qualche "centro-sinistro" che non ama le intercettazioni si è sentito libero di votare a favore di questa legge senza alcun impedimento. Chi può essere stato? Per esempio qualcuno che ha già avuto problemi con le intercettazioni... ve li ricordate i tempi di Unipol-BNL? Oppure qualcuno che teme per le intercettazioni future... qualcuno abituato a fare favori agli amici degli amici, tipo realizzare modifiche a piani regolatori per mettere in regola interi quartieri edificati abusivamente... per esempio...

Insomma, se "una ventina" circa di deputati dell'opposizione ha votato a favore del ddl sulle intercettazioni, dopo che la stessa "opposizione" ha chiesto di votare a scrutinio segreto, secondo me non si può parlare di franchi tiratori. Si deve parlare invece di politici in odore di illegalità che vogliono tutelare se stessi e riescono a farlo anche pilotando le mosse pubbliche della loro compagine politica: la richiesta, appunto, di voto segreto.
Non sapremo mai chi è stato a votare a favore, di che partito sia, perché l'abbia fatto, ma di certo possiamo dire che non è andato contro le indicazioni del suo partito, perché l'indicazione del suo partito è stata: "votate come vi pare, tanto è segreto!"

Fra l'altro, con la forzatura della fiducia, questi signori potevano tranquillamente confidare che il ddl sarebbe passato comunque. Quindi potevano incassare il risultato e fare anche bella figura votando palesemente contro. Invece no. Avevano talmente paura che non passasse che ci hanno messo su altri voti di sicurezza.

Questi sono i nostri rappresentanti.
Gente che ha paura delle "toghe rosse" anche quando sta all'opposizione...